martedì 6 ottobre 2015

Ore 6, poesia di Filippa Siciliano

"Ore 6.00"
E mi sorprende l'alba,
con gli occhi benigni a spiare
le ciglia quiete dell'orizzonte.
Livida di vergogna,
sulla tua pelle cammino,
madre terra,
e ascolto scricchiolare
ogni pensiero.
Poi il sole m'inganna
sospinta tra le spire delle vigne.
Non ho forza per liberarmi,
prigioniera ancora
della tua mano feconda,
da me rincorsa in questo tempo.
Sono io che costruisco silenzi,
il tuo mi smarrisce.

Filippa Siciliano, già autrice di due romanzi gialli "La farfallo sul filo " e Il colore della neve" editi da 
13lab edition Ltd, si cimenta anche nella scrittura di poesie con una certa qual bravura tanto da vincere la medaglia d'oro nel concorso nazionale XX° Grappolo d'oro del circolo culturale "la carica" di Bardolino, lago di Garda.
Come già nei suo romanzi , siamo di fronte ad una ad un'autrice che scava nell'animo umano, per dar luce a emozioni con parole semplici che arrivano direttamente alle porte del cuore. 
Chi è il protagonista di questa lirica? Un uomo ? una donna? la madre terra? Beh io, per quel conta, leggendo questa poesia, ho sentito sicuramente  la paura dell'abbandono, dell'incertezza del non sapere quale sarà il nostro futuro, appesi ad una speranza. E' difficile guardare avanti,  staccarsi dalla terra che qui è madre benevola , che protegge  e nutre. 
 Al tempo stesso, la natura è anche il carattere dell'essere umano, in pieno conflitto con i suoi muri fatti di silenzi e paure nate da un non saper cogliere i segni che la terra, o l'altro/a,  troppo enigmatica invia. Poi c'è la vergogna di sé , della propria debolezza di non essere capaci di fare quel passo in più verso l'orizzonte.
Brava Filippa, vien voglia di leggere la tua poesia ancora e ancora ed ogni volta trovarci dei significati nuovi e camminare nuovamente " tra le spire delle vigne" per ritrovare se stessi.