venerdì 31 gennaio 2014

"Villa Metaphora" di A. De Carlo

Ho finalmente finito Villa Metaphora, di De Carlo. Ci ho messo un sacco di tempo perchè insieme a quello ho letto altre cose. Quando faccio così, cioè di leggere più cose contemporaneamente, può significare 2 cose: o sono in un periodo di forte nevrosi o il libro non mi prende abbastanza. Si è verificata la seconda ipotesi. Villa Metaphora, nonostante sia scritto bene, nonostante de Carlo sia uno dei miei autori preferiti, non mi è piaciuto. Un libro troppo ambizioso per la storia che descrive. Andando nel dettaglio, la trama si svolge in un'isola sperduta della Sicilia, Tari, in un resort per super ricchi, villa Metaphora appunto. Ci sono 14 personaggi e questo è uno dei punti a sfavore, che si ritrovano a trascorrere una settimana  di vacanza in questo resort. Non c'è un unico protagonista se non la natura umana, divisa in categorie ben riconoscibili, incarnata in queste 14 figure: c'è l'architetto e proprietario, un ricco milanese, con i modi di fare del nord, autoritario,preciso, sicuro di sè, un uomo che si è fatto da solo. C'è la sua assistente e amante, nata nell'isola, con i modi di fare del sud riveduti e corretti dall'amante nordico. C'è la star americana, drogata e viziata, con il  il marito-manager e la saggia amica-serva a seguito. C'è il marinaio tarese, fiero della sua sicilianità. Una coppia in pensione dediti al pettegolezzo,  c'è una giornalista francese acida, un banchiere Tedesco caduto in disgrazia e la  moglie tradita, e, a metà del libro, arriva anche un politico italiano, immancabile in certe occasioni!Senza dimenticare poi, il bizzarro chef gay.  Troppi personaggi, troppi punti di vista.
 De Carlo vuole raccontare il mondo di oggi con le sue virtù e soprattutto con i suoi vizi; si riconoscono tanti mali della nostra società, come l'arroganza del potere, la superficialità dei pregiudizi, il razzismo nord-sud ecc. Però non si ha mai l'idea di capirli a fondo, complice un ritmo troppo lento.  L'unica cosa che ho apprezzato è la descrizione dell'isola, della potenza della natura che ad un certo punto si ribella alle nefandezze dell'uomo, come a ricordare che siamo qui di passaggio e che il mondo non è nostro.

Per riassaporare quello che ho amato di de Carlo, mi rileggerò "Due di due" o "di noi tre", consiglio di farlo anche a voi!

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