giovedì 27 novembre 2014

Il telefono senza fili, Malvaldi, edizione Sellerio.La nuova indagine dei vecchietti del BAR LUME


Finalmente sono tornati i vecchietti del bar lume: Ampelio, Aldo, Pilade e il Rimediotti.  Sempre lì a Pineta, nel bar di Massimo a chiacchierare del nuovo mistero che ha sconvolto la tranquilla routine della cittadina Pisana. E’ scomparsa Vanessa Benedetti, proprietaria insieme al marito Gianfranco, di un agriturismo nelle vicinanze. La donna, la sera prima aveva ordinato chili e chili di carne per i tedeschi  suoi ospiti e poi si perdono le sue tracce.
 Si sa però che nel parlare comune, scomparsa vuol dire morta e così scatta subito l’ipotesi del marito omicida e i vecchietti vanno in fibrillazione; questa volta sotto lo sguardo benevolo della commissaria, che li “usa” per far luce su alcuni aspetti dell’indagine. Il pettegolezzo diventa  metodo d’indagine.
Il ritrovamento del cadavere del cartomante, Atlante il luminoso, che si era pronunciato sulla scomparsa di Vanessa , complicherà ulteriormente le cose.
 Naturalmente i vecchietti non si lasciano scappare una notizia così succulenta e partono con i “Dice”  Ovvero in italiano corretto: “si dice”. Sul vocabolario questa affermazione viene spiegata in questo modo: “più di una persona lo riporta”. Ma al BarLume il termine “dice” ha tutto un altro significato: “ecco spiegato com’è la faccenda”. Questione di lessico, piccole sfumature di significato. Del resto siamo in un posto in cui il massimo grado di fiducia che l’interlocutore può accordare al tuo racconto è dato dall’espressione “pol’esse”… Benvenuti in Toscana, ovvero nella patria del dubbio.

Bentornato Malvaldi! La serie dei delitti del Barl Lume ha un suo sicuro e nutrito gruppo di fan e la cosa si spiega molto facilmente, perché i libri di Malvaldi sono piacevoli e leggeri come i cappuccini che fa Massimo, nel suo bar.
 Il telefono senza fili si legge tutto d’un fiato, in un pomeriggio tranquillo. L’intreccio e lo schema del giallo è molte semplice, forse troppo ma non è questo che interessa dei libri di Malvaldi, ciò che conta e che piace sono i suoi personaggi, divertenti e veri, protagonisti di un perfetto ritratto della toscanità.
 Le digressioni filosofiche danno al libro quel tocco in più che ti fa scordare che stai leggendo un giallo ma anzi a volte ti fermi a pensare alla vita, all’amore e , in modo particolare in questo libro, al passato e a quanto le esperienze negative ci segnino e a volte ci frenino nel guardare al futuro con serenità e con coraggio.

 In questo capitalo della serie, Massimo cercherà, piano piano, di superare la sua naturale ritrosia verso il mondo esterno e riuscirà a invitare a cena Alice, la giovane commissaria, che era già entrata nel suo cuore, nei capitoli precedenti ma solo adesso si decide a superar le sue titubanze, con i vecchietti che approvano e che sono subito pronti a dare consigli, come fanno gli amici, ed è quello che sono diventati anche per i lettori, degli amici, che almeno una volta l’anno vai a trovare, perché vuoi sentire le  loro chiacchiere strampalate, con il loro linguaggio colorito, schietto e goliardico.

Nessun commento:

Posta un commento